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  Racconto di Roberta De Carolis
Tramonto
 
  [9] febbraio 2010  
 


Roberta De Carolis nasce a Roma nel 1981, dove vive e lavora.
E' una scrittrice affezionata a I Sogni nel Cassetto. Recensendo nel gennaio 2004 "Lettera dall'inferno", uno dei racconti inseriti nell'ebook Collana n.6, 2006 (da cui è tratto questo racconto), Guido Siragusa - giovane scrittore esordiente anch'egli amico di vecchia data di questo sito - scrive: «(...) Roberta ci ha abituati, noi popolo dei Sogni, a scritti brevi ma profondi, a spaccati di un diario spesso pieno di sconforto ma anche di molta consapevolezza, un modo di sparare a vista in poche righe sensazioni, emozioni, stati d'animo, sensi di colpa, rimorsi, dolore, male di vivere...».

 

 

 


Questo racconto è dedicato ad Alois Braga


Era una bellissima giornata d'estate, forse un po' troppo afosa, ma ugualmente sorridente. Il Sole era giallo, i raggi oro e solo qualche nuvoletta solitaria tentava timidamente di oscurare quello spettacolo, ma non ci riusciva. Alessandro si era alzato presto quella mattina per le sue solite faccende, ma la sua macchina quella mattina non partiva, non c'era stato niente da fare. Pensò che ormai era vecchia e la batteria proprio non andava più. Comunque non si turbò più di tanto e andò a piedi. Ci voleva di più, ma tutto sommato quella era proprio una bella giornata e una passeggiata poteva solo essere gradita. - Che gioia essere vivi!- pensava guardando il cielo. Era giovane, un bel ragazzo, intelligente anche se un po' troppo preso dal suo lavoro, a cui attribuiva spesso un certo velo di immaturità e insoddisfazione. Quel giorno però gli sembrava che il Sole gli dicesse: "Ci sono io, mi vedi, senti il mio calore, puoi camminare per vederne e sentirne le più piccole sfumature. Sii felice. Tutto ciò non è scontato". Ale era una di quelle persone sempre di fretta, ma non abbastanza per non pentirsene e non stare male.

Giovanna era proprio triste quella mattina, perché era quasi certa che il capo l'avrebbe licenziata -glielo aveva fatto capire-. Si alzò svogliata, ma doveva andare a lavoro, come un imputato ad ascoltare una sicura sentenza. "Mamma mia, che giornata! Mi viene quasi voglia di andare a lavoro!". In effetti le sembrava ingiusto che una così bella giornata colorasse un così triste epilogo. "Va beh, prendiamo il lato positivo… Almeno dopo vado a fare shopping!".
Uscì tirando forte il fiato abbracciando il Sole con lo sguardo e chiedendogli con l'anima un sostegno.

Luigi non credeva nel destino, perché, diceva, avrebbe creduto all'esistenza di qualcosa che sembrava perseguitarlo. Preferiva vivere alla giornata, odiando la successiva più della precedente. Ma era un odio che si spegneva ogni sera e dava più respiro. In un certo senso era un modo per sperare di non odiare più. In fondo Luigi non era pessimista e il rifiuto del destino era proprio per questo. "'Sto Sole oggi non ci voleva! È una giornata di merda, come tutte le altre. Che cavolo c'entra mò! Che palle! Devo pure essere felice perché posso uscire senza ombrello?". Comunque doveva uscire e lo fece. E non potè nascondere un sorriso, punito subito da una smorfia di rabbia.

Laura era bellissima. Donne e uomini si giravano quando lei camminava e quella mattina il Sole la rendeva ancora più bella, se era possibile. Aveva un sorriso dolce, che incantava tutti… Sembrava che nulla la turbasse e questo rasserenava il più ansioso degli uomini. Tutti si sentivano protetti da quell'aura di compostezza, che dava a tutto un'importanza relativa, inferiore al senso della vita. Laura era felice per sé e per gli altri, e quel Sole la scaldava ancora di più.

Quella giornata passò senza una nuvola, e finì molto tardi, perché era estate. Il tramonto sopravvenne silenzioso, senza che nessuno potesse dire: "Ciao, Sole meraviglioso".
Ma il Sole c'era stato e nessuno lo dimenticò, mai.

 

© Roberta De Carolis [copyright] - Racconto tratto dall'ebook "Racconti di Roberta De Carolis" pubblicato su questo sito nella sezione "Apologos - la collana di narrativa" [Collana n.6, 2006]
 
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