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  Rurik Coboldi
  Pimm
Racconto [58] [Da: Geografie impossibili, silloge di racconti]
     
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Pimm - alticcio - iniziò a sproloquiare, cantilenando, sulla annosa faccenda 'del suo nome'. Al che gli chiesi a bruciapelo che cosa facesse per campare, giusto per distrarlo dal suo chiodo fisso.

"Pulisco le strade" rispose mentre una luce, non so se sinistra o di che altro genere, gli illuminò gli occhi. "Quelli che, come me, vivono sul bordo della curva del pensiero fanno fatica a pulire le strade".

Gli chiesi come mai.

Lui così rispose: "occorre innanzitutto molta cultura. Bisogna conoscere Machiavelli, Malatesta, Marx, Marcuse, Mao, Lao-tse, Sun-zu, Dante degli Alighieri, Petrarca, Omero, Pasolini..."

"Con tutta questa gente che ti porti appresso come fai a dire che fai fatica a pulire le strade?" provocai.

Sorrise. Si grattò la testa e tirò fuori un foglio dalla patta dei pantaloni. Era una mappa della città, una mappa parziale.

"Vedi" proseguì" io, in realtà, pulisco la Via Lattea."

Alzai gli occhi al cielo e la vidi scintillante e sfolgorante di mille e mille galassie e stelle con quel suo lucore bianco qual fiume seminale.
Ne restai affascinato e in quel mentre lui soggiunse "è ben pulita non trovi?"

"Trovo che ciò non sia altro che una scusa per giustificare quel pigro ubriaco vermaccio che sei" risposi volutamente offendendo.

Non raccolse. Si limitò a sorridere. Era una profonda irrisione la sua che, non esito a dirlo, mi ferì nel profondo.

Non si curò di ciò e proseguì "guarda attentamente questa mappa" disse porgendomela.

La squadrai con lo sguardo mentre il mio volto assumeva un'espressione annoiata che denotava sufficienza e disinteresse.

"Vedi... le cose non sono come sembrano. Tu ti dibatti sulla buccia dell'arancia mentre invece dovresti perforarla e gustarne la polpa" sentenziò.

"Non vedo nessun'arancia" replicai "vedo soltanto una vecchia mappa gualcita e malfatta."

Ciò non lo intimidì, anzi, lo stimolò a chiarire maggiormente ciò che voleva dire.

Incominciò a scorrere il dito sul foglio indicando vie, strade, piazze e piazzole, isolati, giardini, antiche mura fortificate, palazzi e palazzine, fontane e fossati, negozi e porticati e man mano cominciarono a prender forma le costellazioni, le stelle, i pianeti, le nebulose, le galassie e... il manto celeste diventava così il manto stradale ed il cogliere le foglie dorate e le variopinte carte diventava un processo alchemico attraverso il quale l'entropismo veniva gradatamente ridotto riflettendo in alto ciò che era in basso e viceversa. Lo spazio tra le stelle non era più la consueta pianità che il nostro occhio vede ma bensì un denso intrico di strade, porticati, arcate e multidimensioni che avevano il pregio di offrire l'effetto di profondità che altrimenti l'occhio umano non riesce a cogliere.

Quando Pimm ripiegò la mappa l'universo tutto parve contrarsi e ci trovammo lui ed io soli davanti all'enigmatica frase che qualcuno aveva scritto sul retro della mappa: 'a casa branca nau preta feliçidade en Australia' - a casa bianca nave nera, felicità in Australia-.

Nessun profeta è portatore di conoscenza, al massimo ti può indicare la strada.

 

 

   
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